domenica 12 luglio 2015

Recensione: I dolori del giovane Werther di Johan Wolfgang Goethe.


Buon pomeriggio mie cari!
Ora che gli esami sono andati via per sempre mi rilasso totalmente tra dormire, leggere e scrivere. Per me, il magico trio. Ho tantissimi libri da recuperare, sento che sarà un lungo inverno! 
Oggi vi recensirò un libro che per alcuni è deprimente al massimo, ma per altri invece è un capolavoro della letteratura tedesca, ovvero I dolori del Giovane Werther di Johan Wolfgang Goethe.


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Chi è Johan Wolfgang Goethe?

Egli è stato uno scrittore di fine ‘700, nato a Francoforte, considerato un precursore del movimento romantico Tedesco. Aiutato dalla madre, giovane e intelligente, mostrò genialità precoce, imparando facilmente più lingue, e scrivendo prestissimo per il teatro delle marionette (dove poté conoscere, tra l'altro, la popolare leggenda del dottor Faust). Tra il maggio e il settembre 1771 Goethe fu a Wetzlar e là si innamorò di Charlotte Buff. Di ritorno a Francoforte, traspose quell'amore irrealizzabile nel romanzo epistolare "I dolori del giovane Werther". Il travolgente successo internazionale di quest'opera, e lo scandalo da essa suscitato, fecero di Goethe il dominatore incontrastato della scena letteraria tedesca. Morì a Weimar il 22 marzo 1832.





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Titolo: I dolori del giovane Werther
Autore: Johan Wolfgang Goethe;
Pagine: 127;
Casa editrice: Newton Compton Editori;
Prezzo: 0.99 euro;
Genere: Drammatico, Romantico;
Voto:







Trama: Werther, giovane artista, si rifugia in campagna e incomincia a conoscere i luoghi e a stringere contatti occasionali con la gente del posto. Ad un ballo incontra Carlotta, una giovane di animo nobile, fidanzata con Alberto, un uomo riflessivo e razionale, quasi l'opposto di Werther, emotivo e passionale. Nel momento dell'incontro tra Werther e Carlotta, Alberto è lontano da casa e ciò consente a Werther di frequentare assiduamente Carlotta. La bellezza della ragazza e il clima affettivo che lei riesce a creare intorno a sé colpiscono profondamente l'animo artistico di Werther, che finisce per innamorarsene follemente. Consapevole che si tratta di un amore proibito e non corrisposto, al ritorno di Alberto, che gli dimostra peraltro rispetto e cordialità, Werther decide di andarsene da quel luogo al seguito di un ambasciatore. Cerca di soffocare i suoi sentimenti per Carlotta rivolgendosi ad altre figure femminili, ma l'ambiente meschino e perbenista con cui viene a contatto lo rendono sempre più insofferente verso il suo incarico, e date le dimissioni, ritorna a Wahleim dove nel frattempo Carlotta si è sposata con Alberto. La passione amorosa per Carlotta non è più contenibile, il cuore di Werther è straziato, il giovane non riesce più a reprimere il suo sentimento. Carlotta ne ha paura e lo allontana chiedendogli di non farle più visita prima della vigilia di Natale. Senza l'amata, Werther non riesce a concepire più alcun futuro e comincia ad insinuarsi in lui l'idea del suicidio. Una sera, trasgredendo al comando e approfittando dell'assenza di Alberto, Werther fa visita a Carlotta e le legge dei versi da "I canti di Ossian" e, lasciandosi prendere dalla passione, la bacia. Carlotta sente che sta per cedere a quell'amore travolgente e con fatica lo respinge. Werther, dopo averle scritto un'ultima lettera appassionata, attua il suo progetto di suicidio sparandosi un colpo alla testa.


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Ho studiato a scuola l’autore e l’opera e mi incuriosirono parecchio. Comprai quel piccolo libriccino e lo finì in un giorno. Mi aveva catturato, aveva afferrato il mio cuore e l’aveva buttato a mare. Sì, perché oltre che essere romantico e passionale e struggente e deprimente.



“Un brivido mi corre nelle vene, quando per caso le mie mani sfiorano le sue, quando sotto la tavola i nostri piedi di toccano. Mi ritraggo come dal fuoco, mentre una forza misteriosa mi spinge di nuovo avanti; e una vertigine prende tutti i miei sensi. Ma la sua innocenza, la sua anima pura le impediscono di comprendere come queste piccole familiarità mi turbino. Se, mentre parliamo, la sua mano si posa sulla mia, se nella foga della conversazione mi si avvicina tanto che il suo divino alito sfora le mie labbra, mi sento sprofondare, come colpito da un fulmine.”


La felicità, l’eccitazione, l’atmosfera paradisiaca, sono correlati alla fase dell’innamoramento. Ed è normale, quando si è presi tantissimo da una persona si tende sempre a vedere la vita in modo più allegro. La si immagina e si desidera più di ogni altra cosa. Tutto viene amplificato, non si vedono mai i difetti di quella persona, si è presi dai pregi e dall’aspetto fisico. Ed è esattamente così che si sentiva Werther quando stava o parlava con Carlotta. Lei era la sua regina, la sua musa, la cetra che faceva suonare le corde del suo amore. Al di là delle difficoltà (Carlotta stava con Alberto) il suo amore era forte, rosso acceso. Questo amore rendeva vivo il Werther.



“Ma è proprio necessario che quello che forma la felicità dell’uomo sia nello stesso tempo l’origine della sua miseria? Quel pieno e caldo sentimento del mio cuore per la viva natura, che mi riempiva di gioia e ha trasformato il mondo che mi circonda in un paradiso, deve ora mutarsi in una tortura intollerabile, in uno spirito tormentatore che mi insegue dappertutto?”


Purtroppo è questa l’altra faccia della medaglia. Perché si sa, l’amore non è rosa e fiori, non è vivere per sempre felici e contenti. 
Amare qualcuno significa entrare in un campo di battaglia e non uscire più. Lottare, ricevere e dare pugni, andare al tappeto, rialzarsi e ricominciare. Vincere, perdere. Amore significa anche dolore, lacrime, disperazione, odio. Ѐ, probabilmente, il sentimento più complesso e ricco di sfumature che esista al mondo. Un sentimento che rende il mondo un paradiso colmo di fiori e bontà, ma che allo stesso tempo lo rende un inferno pieno di diavoli
pronti a torturare. Il Werther comprese benissimo la sua situazione e, come qualcuno, non riuscì a trovare una via di fuga. Amare Carlotta ma reprimere i suoi sentimenti a causa di Alberto oppure renderli noti e liberarsi di un peso? Il finale già lo conoscete. 
Ho amato tantissimo questo libro, ma non apprezzo il finale. Per natura mia, reputo il suicidio una scelta insensata e anche abbastanza idiota. Per quanto un amore faccia soffrire, se non è ricambiato ancora 
peggio, bisogna andare avanti. 
Raccogliere le forze e andare avanti, perché l’amore, nonostante sia un sentimento grande e tumultuoso, non è l’unica gioia della vita.

Jamie.

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